Negli ultimi anni gli scienziati, con sempre maggiore attenzione, si stanno concentrando su innovazioni tecnologiche che permettono di ottenere energia elettrica da elementi naturali, il vento, il sole, ed anche la pioggia. Da poco, alcuni di questi esperti, hanno sottolineato la possibilità, a dir poco rivoluzionaria, di raccogliere e dunque di ottenere energia grazie alle gocce d’acqua. Gli scienziati stanno infatti lavorando alla costruzione dei cosiddetti “pannelli pluviali”, esattamente come accade con quelli solari, hanno il compito di immagazzinare la pioggia che colpisce i tetti delle abitazioni, e di sfruttarla per generare energia elettrica che alimenterà la casa.
L’idea era in realtà già balenata da un decennio, ma si erano sempre presentati ostacoli che sembravano a dir poco insuperabili, e dunque la ricerca in merito è stata a lungo abbandonata. Da qualche anno però, grazie a nuove scoperte tecnologiche, i ricercatori hanno migliorato il funzionamento dei pannelli pluviali tanto da far pensare loro che quest’ultimi possano sostituire in tutto e per tutto i pannelli classici, solari. La pioggia è utilizzata da sempre per generare energia, partendo dalle dighe che sfruttano l’acqua per produrre elettricità. Osserviamo insieme i problemi che si erano palesati nei decenni scorsi ed anche il modo in cui gli scienziati sono riusciti a superarli.
La difficoltà principale, stando ai principali studi compiuti in merito, era la scarsa quantità di energia elettrica che si riusciva a produrre dalla singola goccia di pioggia. I TENG, cioè i nano-generatori che sono presenti anche nei pannelli solari, consentono in realtà, almeno dal punto di vista teorico, anche di ottenere energia dal liquido, ma in realtà il sistema in questione non risultava utile nel caso della pioggia. Gli scienziati hanno infatti notato che l'”accoppiamento” delle celle dei pannelli solari non è infatti utile quando si cerca di ottenere energia dalla pioggia.
I ricercatori hanno dunque ideato dei pannelli speciali detti “generatori array a ponte”, che riescono ad evitare che si generi il problema delle celle osservato in precedenza. Quando la pioggia cade sul pannello fluviale accade che il pannello FEP si carichi negativamente, mentre la singola goccia d’acqua positivamente. Inizialmente gli scienziati erano demoralizzati in quanto l’energia generata si dissipava in pochissimo tempo, e la corrente elettrica che si riusciva a produrre era minima. Successivamente però ci fu l’illuminazione, utilizzare dei generatori a ponte che arginano tale problema e che consentono di sfruttare al meglio l’energia ottenibile dalla pioggia.
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