Ormai Tesla è diventato il punto di riferimento più alto per quanto concerne il mondo della mobilità elettrica. Questo però crea un problema
Il colosso automobilistico ideato e prodotto da Elon Musk sta sbaragliando la concorrenza, sia in fatto di vendite che di innovazione tecnologica. Per i competitor è dura tenere il passo.
Anno Domini 2003. Luogo, San Carlos, in California. Ormai una decade fa nasceva la storia di Tesla Motors, da un’idea di Elon Musk e J.B. Straubel. Nome ispirato ad uno dei geni contemporanei più fulgidi e obiettivo dichiarato quello di diventare un punto di riferimento nel mercato dei veicoli elettrici di massa.
Il problema a quanto pare è che ora il colosso americano è diventato “troppo di riferimento” rispetto alla concorrenza, o perlomeno piuttosto ingombrante. Musk prima degli altri aveva capito come la transizione ecologica potesse fare la differenza e per questo ha sposato in pieno il progetto delle auto a batteria, per il presente e per il futuro. Non solo, ha voluto anche tirar fuori dei modelli che non avessero nulla a che invidiare per quanto riguarda le prestazioni alle supercar a motore tradizionale.
Basta vedere la scheda di un “mostro” come la Tesla Model S Plaid (oltre 1.000 cavalli) per capire a che punto siamo arrivati. All’inizio il mercato di riferimento di Tesla era principalmente quello Nordamericano, con piccoli insediamenti in Europa. Oggi il discorso è ampiamente cambiato.
Tanto per farci un’idea basta vedere il numero di auto elettriche vendute ad agosto in Italia, dove a farla da padrone è stata la Tesla Model 3. Con 1.192 vetture vendute è in testa alla classifica nel nostro Paese, davanti alla Tesla Model Y (931). Per capire il distacco con le altre marche basta considerare che la Fiat 500e, miglior elettrica tra le piccole, ha venduto appena 135 macchine.
Il problema non è però solo della Fiat in Italia, ma anche di altri colossi europei, come Volkswagen, mai avvicinatisi a certi numeri. Per capire questo tipo di deriva del mercato bisogna analizzare diversi fattori. Primo su tutti il discorso dei prezzi, sicuramente alti ma adeguati al rapporto qualità. Una Model 3 con gli incentivi si può acquistare a 30.000 euro ed è una berlina comoda e spaziosa, con prestazioni superiori alla media.
In seconda analisi, non va dimenticata la capillarizzazione della rete Tesla per quanto concerne le ricariche (le più diffuse). Se aggiungiamo l’affidabilità e l’autonomia, iniziamo ad avere un quadro completo della situazione.
Elon Musk ha sbaragliato la concorrenza, tra cui Renault e Audi, e questo sta portando ad un’idea dei governi europei su una possibile tassazione per le auto costruite fuori dai confini del Vecchio Continente. Un modo per esaltare il mercato interno e penalizzare Tesla. Lo faranno davvero?
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