Quando soffrono maggiormente le batterie degli EV? Un’indagine svela come stanno davvero le cose e non mancano le sorprese.
Seppure in alcuni Paesi come l’Italia l’elettrico stenti ancora decollare per l’alto costo delle vetture e per la necessità di spezzare i propri viaggi per effettuare le ricariche che possono durare svariate ore, globalmente le macchine a spina stanno vivendo un momento di crescita. Stando alle cifre riportate dal Global Electric Vehicle Outlook entro la fine del 2023 in Europa saranno circolanti 14 milioni di EV. Proprio nel Vecchio Continente già oggi hanno superato il diesel come vendite e in Olanda si è registrato addirittura un +90,1%.
A fronte di questi numeri con incidenza verso l’alto e la consapevolezza che a partire dal 2035 i costruttori potranno rilasciare solamente questo genere di veicoli, oltre a quelli alimentati con benzina sintetica, gli interrogativi sotto il profilo della gestione aumentano. Chi abita in montagna o in zone particolarmente calde riuscirà ad amministrare la durata della batteria come chi è in città.
Il database Recurrent Auto analizzando le informazioni di oltre 12.500 Tesla negli Stati Uniti ha fornito una risposta.
Le macchine elettriche soffrono le temperature estreme?
Dallo studio è emerso che chi vive in aree dove il clima è fresco e ventilato, località di mare comprese, è agevolato, rispetto a chi invece si trova in luoghi con temperature elevate.
Il risultato dell’analisi ha lasciato tutti sorpresi, in quanto nell’immaginario collettivo, compreso quello di chi si occupa dell’argomento c’era la convinzione che fosse l’opposto, ovvero che il freddo fosse nemico delle delicate e complesse batterie agli ioni di litio.
Come appare chiaro dal report, le automobili a zero emissioni degli Stati del nord hanno dimostrato di avere una durata maggiore. Per fare l’esperimento sono state utilizzate le Model Y del 2020. Rispetto allo stato originario, ovvero al prodotto nuovo di zecca, le automobili monitorate in ambienti più freddi sono calate nell’autonomia solamente fino al 95%, in quelli più caldi fino al 92%.
Chi ha effettato la prova ha poi spiegato il motivo per cui sia stato scelto proprio quel modello di vettura per il test. Innanzitutto per la sua ampia diffusione sul territorio, quindi per la sua peculiarità che sarebbe da ritrovarsi nella gestione termica delle sue batteria che porta al raffreddamento o al riscaldamento delle celle ad un livello di sicurezza indipendentemente che sia collegata alla rete.
Cosa devono fare quindi le persone che si trovano in luoghi non particolarmente amici di queste parti tanto suscettibili al calore? In realtà l’unica “cura” possibile è quella più semplice e quasi naif. Quando si parcheggia il veicolo bisogna farlo possibilmente nel box o dove c’è ombra, magari in prossimità di alberi. L’importante è che non sia sottoposto direttamente ai raggi del sole.
Qualora non fosse possibile accedere ad zone ombreggiate, il consiglio è di lasciare la batteria a metà carica. Non fare il pieno si rivela vincente sul lungo periodo, questo soprattutto se la macchina, a differenza della Tesla, non è fornito si sistema di amministrazione termica attiva.