Stanno facendo di tutto per poter fermare le nostre e-bike. I motivi di questa ostilità sembrano essere chiari
La competizione nel settore sta aumentando di giorno in giorno e le reazioni da parte delle aziende per contrastare i competitor stanno arrivando a livelli eclatanti. Ormai, in molti hanno acquistato o vogliono acquistare questi mezzi di trasporto economici e molto ecologici. Purtroppo, però, non tutte le città permettono di averne uno, dato che non posseggono delle piste ciclabili idonee e costringono i cittadini a utilizzarli fra le auto.
In altri paesi europei, invece, le città sembrano esser molto più alla portata delle e-bike e per questo sempre più persone si spingono nell’acquistarle. Tale asserzione va a motivare il fatto che diverse aziende di fama internazionale stanno prendendo in considerazione di produrle o di mettere in produzione alcuni assemblaggi adatti alla loro circolazione. Fra queste ne spicca una, leader del settore, e che ha la propria base in Germania.
Si tratta della Bosch, azienda che ha chiuso l’ultimo esercizio al di sopra degli 88 miliardi di euro. Contro di essa, però, si è andata a scontrare una start up italiana, la Blubrake, più piccola ma con un fatturato pari a 2 milioni di euro all’incirca. Le due aziende sono entrate in competizione e a intervenire sulla questione è stata l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, o meglio nota come la Agcm.
Uno scontro epocale
Questa guerra sul mercato delle e-bike può esser vista come quella effettuata nella Bibbia da Davide e Golia e in cui l’azienda nostrana si trova nella parte del pastorello. La Agcm ha aperto un’istruttoria nei confronti della Bosch, così da poter verificare un’ipotesi di posizione dominante nei confronti del mercato europeo relativo ai sistemi di propulsione, utili per il funzionamento delle biciclette elettriche.
Da ciò che si evince da questa contesa, Bosch sembra non aver consentito l’interoperabilità digitale e elettrica fra i sistemi di propulsione suoi e l’ABS per le e-bike, prodotto anche da parte della società Blubrake. Tutto ciò è avvenuto senza un’apparente giustificazione e questa condotta porterebbe ad escludere l’unico concorrente nel mercato europeo di Bosch nella produzione del suddetto ABS.
Ultimamente, alcuni funzionari della suddetta autorità nostrana sono intervenuti per poter ispezionare le sedi di Bosch all’estero, ma anche quelle di altri soggetti in possesso di alcuni elementi che potrebbero essere utili per l’istruttoria. A muoversi, anche nelle sedi italiane, sono stati anche altri funzionari tedeschi e olandesi facenti parte di enti omologhi. Infine, a intervenire è stato anche il Nucleo speciale Antitrust facente parte della Guardia di Finanza.