La gang del monopattino: quando la mobilità è al servizio del crimine

I monopattini elettrici rendono le nostre città più silenziose e pulite. Purtroppo la loro utilità è stata adocchiata anche dalle organizzazioni criminali.

Sono ormai passati anni da quando i monopattini elettrici hanno iniziato a far parte delpanorama delle nostre città, cambiandole in meglio. Sono mezzi molto utilizzati su strade urbane, le rendono meno congestianate, inquinate e rumorose.

Monopattino elettrico
Monopattino, adessoi piace anche alle gang – electromobility.it

Non tutti però li utilizzano nel miglior modo possibile. E non stiamo parlando degli utenti indisciplinati che, come succede con qualunque altro mezzo (anche se in questo caso con conseguenze spesso meno drammatiche), portano confusione e disordine con manovre pericolose e parcheggi selvaggi.

Parliamo purtroppo dell’uso di questo mezzo da parte di organizzazioni criminali, che ne sfruttano la maneggevolezza a fini che certamente non ci aiutano a vivere meglio le nostre città. Anzi.

Monopattini elettrici e crimine: cos’è successo

A Brindisi e Taranto, come riportato da Brindisi Report, è stata scoperta una rete di delinquente che utilizzava il monopattino per traffico di droga. Lo scorso 8 agosto, è scattato un blitz che ha portato all’arresto di sei persone fra le due provincie; il tutto per detenzione e vendita di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e majuana in particolare). Per quattro indagati è stato disposto il carcere, mentre per gli altri due sono ristretti in regime di domiciliari.

monopattini elettrici usati per spaccio droga
L’uso illecito dei monopattini elettrici fa il giro dell’Italia (electricmobility.it – Canva)

Ciò che stupisce, fra le altre cose, di questi criminali, è sicuramente il modus operandi; quest’ultimo, consolidato e adoperato dai pusher, era quello di nascondere la droga nelle prossime periferie del centro cittadino. Prelevavano l’esatto quantitativo richiesto dall’acquirente per incontrarsi nei vicoli del centro storico di Palagiano; qua avveniva lo scambio di droga e conseguentemente soldi.

I pusher, per gli spostamenti della droga e per la cessione della stessa, utilizzavano monopattini e biciclette elettriche. Tali veicoli consentivano loro di dileguarsi agevolmente negli stretti vicoli del Comune, che non erano chiaramente percorribili con un’automobile o una motocicletta.

Le forze dell’ordine sono comunque riuscite a fermarli. Purtroppo non sempre i possessori di una bici o di un monopattino a zero impatto ambientale sono cittadini del bene comune, com’era del resto logico aspettarsi.  Non è ovviamente colpa di questi mezzi stradali, che hanno l’unica responsabilità di essere comodi adatti a spostamenti nei centri storici. Ma occorre tenere presente che oggi il crimine non si muove più soltanto in auto o in motorini rombanti. Può anche spostarsi con il silenzio e la discrezione di un mezzo elettrico.

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