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FIAT 500 elettrica, notizia tragica: arriva uno stop pesantissimo

La 500 elettrica ci sorprende con una notizia davvero pessima. Gravissimo lo stop, che mette in questione il suo futuro

La 500 elettrica ci sorprende con una notizia davvero pessima. Gravissimo lo stop, che mette in questione il suo futuro

Si ferma la 500 elettrica – electromobility.it

Sono molto contrastanti le notizie dal mercato elettrico, che cresce a balzi seguendo gli incentivi ma sconta ancora una forte diffidenza dei consumatori, e cresce a ritmi molto più lenti di quanto ci si sarebbe potuti aspettare.

A farne le spese erano stati finora i dipendenti delle fabbriche tedesche Volkswagen, che ha tagliato quasi 300 posti di lavoro. Ma bruttissime nuvole si addensano ora anche su Fiat, che aveva puntato moltissimo sulla 500 elettrica. Purtroppo il successo è stato di gran lunga inferiore alle attese. A pagare sarà l’impianto di Mirafiori, dove viene costruito la piccola elettrica di Casa Fiat.

Stop alla produzione, fermati 3.000 lavoratori

La notizia viene dal Corriere della Sera, che ha annunciato le intenzioni dell’azienda, davvero drammatiche. Non solo resteranno tutte le casse integrazioni in corso, ma la Cig si estenderà fino al 3000 novembre, coinvolgendo 3.000 lavoratori

Niente incentivi, niente stabilimenti – electricmobility

La responsabilità è principalmente della 500 elettrica e delle sue vendite, che non sono decollate ma anzi languono a livelli drammatici. Si parla di previsioni riviste a 80mila vetture l’anno, non certo i numeri di un successo industriale.

Stellantis ha individuato la soluzione: chiedere al governo maggiori incentivi per l’auto elettrica, in cambio di un accordo di sviluppo che preveda un forte aumento dei volumi fino a raggiungere il milione di veicoli prodotti in Italia. 

La strada dell’accordo è tutta in salita, perché oltre all’accordo dei sindacati sulle richieste che Stellantis presenterà, e che non saranno certamente leggere, occorre che il governo digerisca un nuovo forte esborso di denaro pubblico a sostegno del mercato elettrico, sempre più dipendente dagli incentivi.

Tutto ciò dovrà inoltre avvenire nel quadro di un accordo con l’Europa, e di una rinnovata strategia di sostegno alla transizione “verde”. La volontà non manca di sicuro, resta da vedere se ci saranno anche i soldi. Stellantis, insieme a molti altri costruttori europei chiede anche una mossa in apparente controtendenza strategica: la revisione dei piani Euro 7, costosissimi per i produttori, una pericolosa incognita per i numeri del mercato auto. 

Insomma la partita di Mirafiori e il destino di migliaia di lavoratori in tutti gli stabilimenti del gruppo si giocherà ancora una volta sul tavolo politico. È dai bilanci dello Stato e dalle scelte dell’Unione Europea che dovranno venire le risorse necessarie a sostenere lo sviluppo dell’auto elettrica in particolare, ma anche il mercato dell’automobile in generale. 

L’esempio tedesco, con uno stop agli incentivi che ha portato immediatamente allo stop della produzione è chiaro. Una minaccia della parte industriale, ma anche una chiara realtà del mercato che, almeno in questo momento, non può proprio fare a meno della “droga” dei bonus. 

Ci riuscirà in futuro? È la domanda da cui dipende il destino industriale di molta parte d’Europa, e certamente degli stabilimenti italiani.

Antonio Pinter

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