Le citycar rischiano di sparire - electromobility.it
Erano tra le tipologie di veicoli più diffuse ed ora rischiano di sparire? Che cosa sta succedendo con le city car e come potrebbero ‘salvarsi’
Quello del rischio di ‘scomparsa’ delle city car è un tema caldo di questi mesi. I loro costi ridotti, le altrettanto ridotte dimensioni che ne consentono un comodo utilizzo nelle grandi città ed i consumi abbordabili ne hanno fatto le auto più vendute da molti anni a questa parte.
Tutto però sta cambiando e la ragione è legata alle norme anti inquinamento collegate all’Euro 7 che a partire dal 2025 dovrebbero entrare in vigore rivoluzionando massivamente il mercato automobilistico.
Tali norme potrebbero portare ad una vera e propria battuta d’arresto nella produzione delle city car ma le opinioni da questo punto di vista sono al momento differenziate. Questo perché il successore dell’Euro 6 potrebbe essere oggetto di alcune variazioni in merito agli standard ad esso associati che andrebbero ad “ammorbidirlo”, lasciando in tal modo uno spiraglio aperto per le piccole di segmento A e B. Ci troviamo sul filo del rasoio, dunque, per quanto riguarda questa tipologie di vetture che potrebbero sparire come rimanere in commercio.
Ad annunciare il rischio di un’estinzione delle city car sono stati quasi tutti i costruttori europei insieme alle associazioni di categoria. Un grido di allarme che non riguarda tanto le implementazioni tecniche quanto la prospettiva commerciale legata a quanto comporterebbe, per i costruttori, in termini di spesa. Durante la presentazione degli standard per l’Euro 7 è stato specificato dall’associazione dei costruttori auto europei (Acea) che per poter rispettare tali norme ogni costruttore dovrebbe spendere una media di 1000 euro a modello e questo si tradurrebbe in almeno 2000 euro in più a veicolo per i consumatori. Rendendo insostenibile il mercato delle utilitarie. I listini aggiornati renderebbero anti economiche auto che dovrebbero essere economicamente accessibili e questo comporterebbe un drastico calo, stimato tra il 7 ed il 10% delle immatricolazioni.
Il ripensamento di alcuni dettagli legati all’Euro 7 (al momento si tratta di una proposta che dovrebbe trovare concretezza con la votazione prevista a inizio novembre al Parlamento Europeo) potrebbe invertire la rotta ma ad una condizione. Come specificato dall’Acea, dovrebbe permettere di produrre auto più economiche. Di contro però c’è chi sostiene che anche con un Euro 7 “meno severo” non vi sono garanzie che le case automobilistiche riprendano a produrre city car.
Lo afferma l’associazione Transport & Environment, formata da ONG europee. Le dichiarazioni le ha rilasciate, nello specifico, la responsabile delle emissioni dei veicoli e della qualità dell’aria dell’associazione che si occupa della promozione, a livello europeo, del trasporto sostenibile. Secondo T&E ormai è tardi per invertire la rotta perché le auto di segmento A e B sarebbero già state soppiantate dai Suv.
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