Mentre le nostre automobili elettriche sono alimentate da batterie gigantesche c’è chi ha deciso di rivoluzionare tutto. La clamorosa novità.
Se si pensa al futuro dell’auto, almeno per il tipo di narrazione che se ne fa adesso, è impossibile non visualizzare vetture a zero emissioni. La direzione intrapresa da tutte le Case automobilistiche è infatti quella. Ciò non tanto per volontà personale, quanto per adeguamento alle normative comunitarie che le hanno imposte a partire dal 2035. Per quell’epoca saranno forse saranno soltanto un po’ meno pesanti, dato che oggi, per garantire una certa autonomia al mezzo prima di effettuare la ricarica, le batterie sono abbastanza ingombranti.
Nella costante ricerca di trovare un modo per alleggerire questa zavorra, negli States hanno trovato una soluzione davvero sui generis che sta già facendo molto parlare di sé e che potrebbe servire da base di partenza per un rimedio più fattibile.
Un gruppo di ricercatori dell’università di Washington hanno dato vita a questa tecnologia che potrebbe alterare il nostro modo di vedere e considerare l’elettrico. Si tratta di un robot in grado di marciare senza ausilio e non necessita neppure di un sistema di alimentazione esterno.
Grosso più o meno come una moneta e leggero come una piuma, riesce ad immagazzinare energia grazie ad una sorta di pannello solare che lo costituisce. Certo, le sue prestazioni non sono da Ferrari, tuttavia, l’opera di ingegno è notevole e adesso vedremo il perché.
Intanto cominciamo a dare qualche dato. Si chiama MilliMobile, è lunga un centimetro ed è equipaggiata di due motori. La velocità del suo spostamento è di 5,5 millimetri al secondo.
Come facilmente intuibile stiamo parlando della macchina più piccola al mondo, spinta non da un elemento inserito nel suo powertrain. Merito della luce e delle onde radio che rendono possibile il movimento.
Interessante è il fatto che a dispetto di un peso di appena 1,1 grammi, sia in grado di trasportare un carico tre volte più rilevante.
A questo punto ci si chiederà a cosa possa servire un’automobile in miniatura. Ebbene vuole essere la dimostrazione che diminuendo i grammi di un robot, anche l’energia necessaria per farlo muovere degrada.
Capace di spostarsi su ogni tipo di materiale dalla terra, al cemento, fino al legno, è in grado di alimentare sensori e sistemi di controllo tramite dei fotodiodi integrati, raccogliendo dati e inviandoli wireless a stazioni riceventi distanti pure 200 metri. Ciò è fattibile grazie alla teoria del calcolo intermittente. Ecco come funzione. Il software divide le operazioni complesse in piccoli passaggi, per cui anche l’utilizzo energetico viene limitato.
A questo punto il quesito lecito è a cosa possa servire uno strumento del genere. La risposta è che è può essere utilizzato per perlustrare luoghi pericolosi, magari contaminati. Tramite le sue telecamere può mostrare cosa stata accadendo in posti difficilmente raggiungibili. Complessivamente si vuole provare che anche i pannelli fotovoltaici possono essere implementati e sostituiti da nuovi metodi con la medesima funzione.
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