Incredibile novità per quanto riguarda le batterie della Tesla, con la casa statunitense che ora è in grado di mettere a tacere i detrattori.
L’obiettivo delle più importanti case automobilistiche in questi anni è fare sì che si possa avviare sempre di più verso la transizione ecologica. Si tratta di un cambiamento importante e una delle aziende che ha sempre cercato di imporsi in questo settore è la Tesla.
Il colosso americano ha fin da subito iniziato con la produzione di auto elettriche di tipo sportivo, prefissandosi l’intento di dare vita ad auto che potessero essere a impatto zero e allo stesso tempo molto prestazionali. Se c’è però un punto che ancora oggi crea molte perplessità è l’autonomia in strada.
Non vi è dubbio alcuno che si dovrà migliorare e non poco il discorso legato all’autonomia, perché ormai troppe auto elettriche sono costrette a continue soste per poter ricaricare la batteria. Questo fa sì che non manchino i detrattori di queste auto, mettendo così in discussione il loro futuro.
Per fortuna i grandi produttori stanno lavorando duramente per poter dare ai clienti il miglior prodotto possibile e i risultati della Tesla sono davvero unici nel loro genere. Molti detrattori hanno accusato le batterie della casa statunitense di deteriorarsi con molta facilità, ma i risultati sono ben diversi. Lo dimostra lo studio che ha portato avanti Recurrent Auto, con quest’ultima che ha sperimentato un totale di ben 6300 Tesla e a confermare questi studi ci ha pensato il canale YouTube di Andy Slye.
Batteria Tesla immortale: sopra il 90% dopo 200.000 km
Lo studio in questione ha posto l’attenzione sulla longevità di queste automobili, con la Tesla che ha potuto mettersi in luce con delle batterie che anche una volta che ha superato i 200 mila km in strada, ha comunque modo di poter avere delle prestazioni ancora pari al 90% della massima portata. Numeri che dunque smentiscono i detrattori che parlano di una batteria che dopo questa percorrenza vanno quasi a morire.
Il canale YouTube di Andy Slye ha portato avanti questo studio ed effettivamente ha confermato i dati, perché utilizzando la sua Model 3 si vede come dopo 217 mila km la batteria ha ancora modo di toccare il 95%. La dimostrazione che il lavoro in Tesla è sempre stato di altissimo livello lo dimostra anche il fatto che in questa vettura era montata una batteria NCA, ovvero nichel-cobalto-alluminio.
Al giorno d’oggi invece le Tesla sono prodotte con una batteria molto più prestazionale come la LFP, litio-ferro-fosfato. Per poter rendere possibile tutto ciò servono però delle accortezze, partendo dal fatto che questa Model 3 è quasi sempre stata caricata con caricabatterie di livello 1 o 2, rare volte con la Supercharger.
Inoltre la batteria ha quasi sempre mantenuto un massimo all’80%, con questo che è segnato come limite. Il fatto che ci sia sempre questo 20% permette alla batteria di limitare il proprio carico e dunque di conservarsi più a lungo. I metodi per far durare quanto più possibile la propria auto elettrica non mancano e i risultati prossimi della Tesla sono solamente destinati a migliorarsi sempre di più.