Anche la casa Tesla di Elon Musk finisce nel mirino di un’indagine come era già successo ad un marchio italiano. Cosa sta succedendo?
Non è mai una bella cosa avere un’indagine aperta sul proprio marchio costruttore, non importa quanto sia colpa o meno della dirigenza del brand, quanto siano gravi le accuse e per quanto rimanga aperto il suddetto procedimento penale. In questo caso però a finire al centro del mirino è un marchio come Tesla che è ben noto per le polemiche e le situazioni ambigue in cui si trova abitualmente da anni…
Nel corso degli ultimi anni, la casa si è trovata a fare i conti con le accuse di produrre automobili non sicure, tra autopilot incapaci di controllare la strada e auto che prendono fuoco uccidendo gli occupanti, con le proteste dei clienti per l’alto costo dei ricambi e perfino con gravi insinuazioni sulle condizioni dei lavoratori che operano nelle tante strutture del miliardario Elon Musk che includono le famose gigafactory in giro per il mondo.
Ovviamente, molte di queste accuse si possono addurre al fatto che quando un marchio è al centro delle attenzioni della stampa di tutto il mondo, è facile puntargli il dito contro. Ma non è sempre colpa della troppa attenzione mediatica. In più ora Musk si trova a fare i conti con l’ennesima, grave accusa. Non è detto che stavolta se la cavi…
Ingannare i clienti
Secondo un’indagine in corso, Tesla è accusata del grave reato di Pubblicità Ingannevole, un’accusa che arriva dal Department of Justice nord americano e che ha al centro della questione uno dei dati specifici delle vetture più controversi che se non rispettato mette i clienti in una situazione davvero pessima.
A quanto pare, almeno tre persone sono ricorse per le vie legali contro Tesla perchè hanno comprato delle vetture la cui autonomia massima dichiarata si attestava in autostrada sui 600 chilometri ma si sono ritrovati più volte a dover rifare il pieno dopo appena 300, una situazione imbarazzante che ha portato le autorità a fare quanto segue: interrogare l’azienda di Elon Musk chiedendo i dati specifici riguardo l’autonomia delle vetture californiane. Una richiesta, non un’accusa, per il momento.
Ora, può capitare che un’auto elettrica sotto condizioni atmosferiche estreme sviluppi meno autonomia del dovuto, ma questi sono casi ripetuti. L’indagine potrebbe finire in qualsiasi modo ma a Musk farà piacere sapere di essere in buona compagnia: in questi giorni, è finita al centro della bufera anche la DR Automobiles, accusata di aver fatto pubblicità ingannevole perchè le vetture montano componenti cinesi e non italiani.