Le auto elettriche non convincono? Dalla Cina arriva un esperimento che potrebbe risolvere tutti i problemi.
Sebbene da gennaio a settembre la macchina più venduta in assoluto sia stata un emblema delle vetture a spina come la Tesla Model Y, a precedere altri modelli con la stessa motorizzazione ovvero la Toyota Corolla e la RAV4, l’elettrico fatica ancora ad ingranare in alcune parti del mondo.
A dispetto di una normativa sempre più stringente in fatto di emissioni nocive provenienti dagli scarichi delle automobili a combustione, in Europa la vendita massiccia delle non inquinanti è concentrata soprattutto nei Paesi del nord, dove c’è più facilità di reperimento dell’energia elettrica e gli abitanti sono in numero infinitesimale rispetto al centro e al sud.
Guardando in casa nostra lo scetticismo verso questo tipo di tecnologia è dato da una certa affezione al propulsore termico, dall’alto costo iniziale del veicolo, dalle poche infrastrutture per la ricarica presenti sul territorio, per finire al concetto di sosta prolungata per effettuare il recharge.
Ed è esattamente su questo punto che dalla Cina sono arrivati con una potenziale soluzione. Quale? Delle batterie speciali.
Addio alle lunghe pause per la ricarica, ecco cosa succederà
A produrle è la NIO, la quale sta indirizzando tutti i suoi investimenti nello studio di accumulatori da scambiare. Attenzione però. Il progetto non elimina la necessità di colonnine a cui attaccarsi per fare il pieno di energia. Semplicemente le affianca. Il piano maggiore riguarda infatti l’ampliamento delle piazzole dedicate agli EV, che prevedano anche questa nuova possibilità.
Per adesso le cifre sono irrisorie, parliamo di 1975 unità in patria e appena 27 nel Vecchio Continente. A quanto pare, però il costruttore avrebbe messo il turbo e per i prossimi mesi dovrebbero arrivarne molte altre. Per comprendere come già si è velocizzata la procedura, basta pensare che le prime 1000 stazioni hanno richiesto tre anni per l’installazione, mentre le ultime mille appena un anno e tre mesi.
A fare da cavia alle cosiddette Power Swap Station è stata la città di Shenzhen nel maggio del 2018. La PSS numero mille è invece arrivata nel luglio 2022. Con la disponibilità attuale sono stati effettuati 30 milioni di scambi.
Tornando a spostare il radar sulle nazioni europee, come detto, si prosegue con un po’ più di lentezza. D’altronde la sperimentazione è sbarcata tardi, parliamo infatti del gennaio 2022, data in cui la Norvegia accettò le lusinghe della Casa di Shanghai e della Cina per diventare non solo distributore delle sue macchine, ma altresì di questa tecnologia innovativa che potrebbe cambiare il modo di considerare l’elettrico. Sulla carta nel suo primo anno di attività il produttore si era posto come obiettivo di piazzare 120 postazioni, ma alla fine riuscì a installarne solamente 80.
Per rendere più capillare la diffusione del proprio programma in Europa, NIO ha aperto una base in Ungheria, specializzata proprio in questa materia.
Ovviamente come tutti i progetti anche questo ha previsto delle evoluzioni e oggi ad essere protagoniste sono le PSS 3.0, in grado di contenere 21 batterie, per un totale di 408 sostituzioni quotidiane. Il tempo necessario per l’operazione? Appena cinque minuti.