Il CEO del marchio giapponese è durissimo, se continuano così dovranno fare rinunce importanti.
Il mercato delle auto elettriche rischia di subire un pesante scossone. E le motivazioni sono varie. Se qualche anno fa l’ingresso delle auto elettriche era stato accolto positivamente per via di tutti i fattori positivi che un’auto sostenibile comporta, oggi sono tanti gli scetticismi che sono stati generati.
Dalle infrastrutture, alle problematiche legate all’autonomia delle vetture e, più di tutte, i costi elevati che la produzione di un’auto elettrica necessita. In questo scenario diversi costruttori stanno iniziando a prendere le distanze dalle auto elettriche. Ad esempio Mitsubishi ha lasciato la partnership con Gac, costruttore cinese, per rifugiarsi nella collaborazione con Ampere, azienda di Renault.
Il calo della richiesta è stato registrato anche in Germania, dove Hildegard Wortmann, responsabile commerciale del Gruppo Volkswagen, che ha confermato prenotazioni inferiori alle aspettative. Mercedes-Benz ha “denunciato” un mercato sottotono e Audi è stata costretta rinviare la produzione della Q4 e-tron.
Una situazione complessa, che tutta via era stata preannunciata da Toyota e dal suo CEO Akio Toyoda, da sempre detrattore delle auto elettriche. Nonostante sia uno dei principali pionieri delle tecnologie elettriche, Toyota sta iniziando a preferire la tecnologia a idrogeno per via della lobby industriale a cui il mercato dell’elettrico deve sottostare.
Auto elettriche, Toyota si mette di traverso: lo scenario
Akio Toyoda, CEO di Toyota e capo dell’associazione automobilistica dei costruttori di auto del Giappone, ha parlato del calo di domanda di auto elettriche in occasione del Janap Mobility Show. “Le persone stanno iniziando a capire la realtà delle cose”, ha commentato.
Già ne 2021 il CEO di Toyota si era fatto sostenitore di una produzione più oculata delle auto. Il Giappone produce circa 10 milioni di auto all’anno, di cui il 50% viene esportato. Solo grazie alle auto a combustibili fossili, sostiene Toyoda, san possibile continuare a produrre 8 milioni di auto, pena la paralizzazione del mercato del lavoro. “Il Giappone dipende dalle esportazioni, e quindi la neutralità del carbonio è una problematica legata all’occupazione. L’industria rischia di dover rinunciare a 5,5 milioni di posti di lavoro”, ha confermato.
Lo scenario è molto critico al momento, perché sebbene i numeri stiano dando al CEO di Toyota, il governo giapponese non vuole rimanere a guardare e, infatti, sta proponendo all’Unione Europea e agli Stati Uniti di collaborare in relazione alla mobilità elettrica.