L’azienda vede andare in fumo il suo lungo sogno nel settore dell’elettrico. La bancarotta è sempre più vicina
Non tutti i progetti nel mondo dell’impresa riescono nel migliore dei modi e ciò può provocare diversi disastri a livello lavorativo ed economico. Quando questo succede, vuol dire che ci sono dipendenti e dirigenti che rischiano di perdere la loro occupazione, quindi si tenta il tutto per tutto pur di evitare di lasciare diverse famiglie nel baratro. Questa volta, però, tutti i tentativi fatti non sembrano avere avuto nessun successo e la fine sembra esser sempre più vicina.
Il sogno di un’azienda sta andando in fumo e con lui anche tutti i fondi utilizzati per poterlo mettere in piedi. Il settore in cui stava operando è quello riguardante la produzione di auto elettriche, uno di quelli che sembrano trovare un enorme spazio nell’economia più prossima, eppure è capace di provocare delle disavventure a dir poco preoccupanti.
Si parla già di uno dei fallimenti più immensi nella storia del comparto del trasporto elettrico e sono diversi i milioni di euro andati in fumo. La più nota multinazionale di successo in questo settore è ovviamente la Tesla, ma si pensava che anche l’Arrival potesse avere le sue ottime possibilità sui mercati automobilistici internazionali. Invece, sembra proprio che questo sogno stia volgendo alla fine e che possa divenire un incubo per tutti gli operatori che potrebbero esser licenziati in tronco.
Ogni mese un’agonia
L’Arrival è una compagnia con sede a Lussemburgo e di origine britannica, la quale da ben 8 anni opera nel settore delle auto elettriche, con l’intento di far divenire questi veicoli ancor più efficienti di quanto già non lo siano. Inizialmente, i dirigenti puntavano sulla costruzione di un polo industriale gigantesco, così da ridurre tempi e costi di produzione.
Questo progetto, però, è fallito nell’immediato e si è puntato a delle micro-industrie capaci di poter produrre ad alta velocità grazie al sostegno dell’automazione. Da oltre un anno, però, l’Arrival sta vivendo dei momenti di palese declino e, ad ora, ci sono state ben quattro ondate di licenziamenti, oltre che al taglio degli obiettivi prefissati.
Anche la deadline sui report riguardanti la sicurezza degli azionisti non viene rispettata più in maniera idonea e quindi non è più in linea con la prassi della Nasdaq, mercato borsistico americano fra i più grandi al mondo. Era il luglio del 2022 quando l’azienda aveva annunciato una prima ondata di licenziamenti, ben il 30%, che ha visto andare a casa oltre 3.500 dipendenti. A oggi, è stato sostituito il CEO e si continua con il taglio della forza lavoro, allontanando il sogno di una produzione EV scalabile, modulare ed economica.