Il crollo sul mercato del marchio statunitense ha mandato nel panico gli investitori. Le vendite si sono sgonfiate in un batter d’occhio
Non sempre i grandi imprenditori riescono nell’intento di far volare i propri brand sul mercato. Le dinamiche da affrontare sono le più svariate e l’ottima riuscita finale dipende da diversi fattori che influiscono su tutta la filiera. Di recente, molti media hanno evidenziato quanto il marchio della Karma sia rinato a livello di vendite. Quest’azienda è stata fondata da parte di Fisker e di altri suoi soci, ma quest’ultimo sta attraversando un cattivo momento con un’altro brand.
Lui è un progettista e manager di origini danesi, ma che è stato naturalizzato statunitense. Nato il 10 agosto del 1963 a Allerød, è noto per aver progettato delle autovetture di altissimo cabotaggio, come ad esempio la BMW Z8, l’Aston Martin DB9 e tante altre. Alcuni modelli ideati portano anche il suo nome, come il Karma, l’EMotion, l’Orbit e tanti altri, tra cui anche un superyatch.
Insomma, parliamo di un personaggio di altissimo rilievo a livello internazionale nel mondo dei motori, il quale ha anche voluto creare un brand che prendesse proprio il suo nome. Purtroppo, però, ultimamente non sembra stia andando affatto bene per quest’ultimo in termini di vendite, oltre al fatto che le perdite sono avvenute anche a livello di mercato borsistico.
Cosa sta succedendo all’azienda
Gli azionisti si stanno preoccupando particolarmente per ciò che sta avvenendo intorno alla casa automobilistica Fisker, nata nel 2016 a Los Angeles e con sede proprio in questa città. Questo brand è noto per il suo interesse verso il mercato di auto elettriche, visto che la produzione è incentrata, oltre che ad alcuni tipi di veicoli elettrici, anche sulla progettazione di batterie a stato solido capaci di alimentare il settore automobilistico e anche quello riguardante l’elettronica di consumo.
Di recente, però, le azioni del marchio sono calate del 14%, fatto dovuto all’annuncio relativo alle vendite, dato che sono state inferiori a quelle previste. Nel terzo trimestre, l’azienda ha quindi perso 90 milioni di euro circa, ovvero una cifra preoccupante per un’azienda di così piccole dimensioni e che non possiede neppure una fabbrica.
Non è la prima volta che Henrik Fisker si è trovato a dover affrontare una situazione del genere, visto il precedente fallimento da parte della Fisker Automotive nel 2013. Uno dei tonfi di maggior rilievo è da segnalare in merito alle vendite del modello Ocean, visto che è stato prodotto in 4.725 unità, ma per ora venduto in sole 1.097 unità. “Non abbiamo effettuato le consegne nei tempi previsti e alcuni clienti sono molto infastiditi da questa nostra mancanza”, ha affermato l’imprenditore (auto.hwupgrade.it).