Cosa sta succedendo in casa Tesla? Spunta una clausola nel contratto di vendita. D’ora in poi non si potrà più fare.
Un po’ come succede nella telefonia quando si firma l’accordo con un gestore e se si decide di interromperlo prima del tempo si paga una penale, Tesla ha deciso di adottare qualcosa di simile per un suo modello di auto in particolare.
Attualmente in fase di grande crescita tanto da aver piazzato la sua Model Y in vetta alla classifica mondiale di vendite, il costruttore americano, ha dovuto intervenire in maniera piuttosto severa, per arginare una situazione controproducente che stava rischiando di farle perdere parecchio denaro.
Incredibilmente la mano pesante è calata sull’ultimo arrivato, quel veicolo tanto fuori dal comune e appariscente, che ancora attende di essere consegnato ai proprietari.
Tesla non ci sta, la sua decisione farà giurisprudenza?
Elon Musk, si sa, è un mostro di ecclettismo. Sempre pronto ad alzare l’asticella e a imbarcarsi in imprese inedite, questa volta si è inventato qualcosa che potrebbe essere copiato anche dagli altri costruttori di automobili. Protagonista della storia è il Cybertruck, un bestione denso di tecnologia, presto sulle strade del mondo, visto che la data di uscita è fissata per il 30 novembre.
Trattandosi di una vettura particolarmente onerosa, il patron dell’azienda ha optato per porre una clausola sulla rivendita. In pratica, chiunque sceglierà di provarlo e poi di rivenderlo praticamente da nuovo, a meno di un anno dall’immatricolazione, dovrà pagare al produttore un risarcimento pari a 50mila dollari.
Qualora si avesse il desiderio di rimettere il pick up elettrico di nuovo sul mercato, bisognerà per prima cosa avvisare la compagnia che valuterà se riprenderselo o se dare l’ok a procedere attraverso altri canali.
Per rendere la pillola meno amara, ha dettato delle condizioni favorevoli a chi vuole piazzare ad altri il veicolo, riconoscendo il prezzo di partenza meno 0,25 dollari per ogni miglio coperto, più le eventuali spese di riparazione guasti e manutenzione.
Ciò significa che se si vuole rivedere un Cybertruck che ha coperto 10mila miglia ed è intonso, si avranno indietro il costo iniziale, meno 2500 dollari.
Sul documento è specificato che essendo un’autovettura rilasciata in un numero ridotto di unità, qualora venisse voglia di darlo via subito bisognerà trattenersi, o almeno non lo si potrà fare spontaneamente, ma soltanto dopo aver informato Tesla dell’intenzione e aver ricevuto un responso in forma scritta. Va detto che, a differenza di quanto potrebbe sembrare, questo vincolo è facilmente aggirabile. Basta infatti rivolgersi agli ambienti specializzati.
Voi vi chiederete, come mai perdere tempo a mettere certe regole per un mezzo che neppure è in circolazione? Ebbene, tutto sarebbe partito da un’azione spregiudicata di una persona che, ottenuto un esemplare proprio del modello in questione, lo ha messo immediatamente all’asta a 400mila dollari.
In poche parole, il brand a stelle e strisce starebbe tentando in questa maniera il dilagante fenomeno del bagarinaggio. Per arginare i fenomeni speculativi è stata dunque trovata questa soluzione che, certamente, farà discutere. A dirla tutta non è la prima volta che si applica una norma del genere nell’automotive. La Ferrari è un’habitué e anche Ford non scherza.