Che cosa succede alla Tesla, in arrivo un’altra tegola per il magnate statunitense Elon Musk. Si allargano le proteste.
Si continua a parlare dell’uomo d’affari Elon Musk, uno dei personaggi più in vista dell’intero mondo imprenditoriale. Con una fortuna immensa e a capo di grandi industrie in diversi settori, dall’automobilismo al comparto aereospaziale raccoglie consensi e seguito, soprattutto nel mondo politico, ma anche feroci critiche per le sue dichiarazioni e le sue scelte in campo produttivo.
Anche i rapporti con i dipendenti e i collaboratori non sono semplici. Basta ricordare la vicenda di Twitter e delle draconiane regole imposte ai dipendenti dopo la sua l’acquisizione da parte di Musk. Oppure le polemiche e i contrasti arrivati nelle aule di tribunale con un dipendente delle filiali norvegesi, su questioni inerenti la sicurezza delle vetture.
Cosa sta succedendo alla Tesla
Le ultime vicissitudini coinvolgono gli stabilimenti delle auto elettriche in Svezia, dove da diversi giorni sono in corso degli scioperi per la firma del contratto collettivo da parte di Tesla per la definizione di benefit, retribuzioni e orari dei dipendenti. La protesta tuttavia non si limita agli operai dell’industria automobilistica.
Anche altri settori connessa alla produzione sono entrati in agitazione i portuali per lo scarico delle componenti Testa, gli addetti alla pulizie di officine e concessionarie, gli elettricisti impegnati nella manutenzione delle colonnine per la ricarica. A queste categorie si aggiungono anche gli addetti dei servizi postali che occupano di consegne alla Tesla.
In Svezia non ci sono leggi che regolano retribuzioni e orari di lavori, ma sono i contratti collettivi a definire le condizioni di lavoro. I sindacati sono impegnati in una dura contrattazione, che dura dal cinque anni, per ottenere la firma per i rinnovi contrattuali da parte di Tesla, ma con scarsi risultati finora.
Tanto che l’agitazione si sta allargando e coinvolgendo altri settori produttivi dell’indotto Tesla. Il caso ormai non è soltanto limitato alla situazione dei lavoratori metalmeccanici, ma sta assumendo dei toni nazionali, con accuse di violazione delle regole della concorrenza. Infatti a Tesla viene attribuita la volontà di ottenere dei vantaggi sul mercato, imponendo condizioni salariali peggiori per i suoi operai.
Al momento non si registrano problemi gravi per l’azienda di Elon Musk, sul mercato del paese scandinavo. Ma qualora lo sciopero dovesse prolungarsi, gli effetti sulle vendite sarebbero inevitabili. Quello svedese è il quinto mercato europeo per la Tesla, senza considerare che circa il 37 per cento delle auto immatricolate in Svezia sono elettriche, per un numero pari a 52mila vetture elettriche. Questo spiega l’importanza della Svezia per Tesla.