Auto elettriche e la concorrenza che arriva sempre più spietata dalla Cina. Il ministro Salvini lancia l’allarme, cosa succederà adesso in Italia? Tutto svelato
La Cina spaventa, soprattutto per la concorrenza che rappresenta per le case produttrici di auto elettriche. I grandi brand europei e mondiali si stanno ‘scontrando’ sul mercato con la quantità sempre più vasta di prodotti made in China. Le vetture EV che arrivano da al di là della Grande Muraglia, dopotutto, sono accessibili per prezzo e risultano acquistabili ad un valore decisamente incomparabile rispetto a quelle vendute dai brand europei. E non solo. Per questo, diversi governi del Vecchio Continente stanno correndo ai ripari.
Basti pensare che Germania, Francia e Svizzera hanno già iniziato un’attività di revisione del piano incentivi per le auto elettriche, così da non ‘incoraggiare’ i propri consumatori a reinvestire questi soldi in vetture provenienti dalla Cina. Una tendenza che allarma anche il Governo italiano, che torna ad alzare la voce attraverso il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Il vicepremier ha tuonato nei confronti del mercato europeo, in occasione del suo intervento durante l’evento ‘Parts Aftermarket Congress’. E come sempre, non ha utilizzato parole dolci.
Auto elettriche e la concorrenza dalla Cina: arriva l’allarme di Salvini
“Il primo marchio venduto in paesi europei come la Spagna e non solo, il primo marchio venduto è cinese”: così ha lanciato l’allarme Matteo Salvini, che poi ha rilanciato su un concetto a lui molto caro: “Non vorrei lasciare ai miei figli un Paese sì più green, ma anche più disoccupato…”. Parole che hanno diviso i sostenitori della mobilità elettrica e della mobilità a zero emissioni, con il vicepremier restio a lasciare i suoi toni sarcastici: “Non immagino un futuro per l’Italia dove sono tutti in giro sul proprio monopattino a cercare un posto di lavoro”.
Detto questo, Salvini si dice fiducioso sulla svolta che l’Italia può ancora intraprendere nei confronti della concorrenza che arriva dalla Cina. “In molti si stanno accorgendo del danno – commenta l’ex leader del Carroccio – Siamo in tempo per interrompere un processo che, altrimenti, ci porterà ad essere dipendenti dalla Cina per i prossimi cinquanta anni…”. Sul come, poi, ci sono ancora tante incognite. Il nostro Paese è tra gli ultimi posti per diffusione di veicoli elettrici: riuscirà davvero il nostro ministro dei Trasporti a convertire l’Italia in una nazione più green e meno disoccupata, solo ‘combattendo’ la concorrenza cinese?