Le disavventure degli automobilisti italiani alle prese con i rincari delle colonnine elettriche, quali spiegazioni vengono date.
Chiunque possieda un veicolo a motore sa di essere esposto alle fluttuazioni dei prezzi dei carburanti, soprattutto in alcuni periodi dell’anno. Come dimenticare gli aumenti avvenuti proprio a ridosso dell’ultima estate con lo strascico di polemiche che ne è seguito e soprattutto con l’esborso che hanno dovuto affrontare gli automobilisti.
Ma i rincari riguardano non solo i carburanti di origine fossile. Le ricariche elettriche, infatti, stanno aumentando a dismisura, con effetti negativi su tutto il comparto, già alle prese con una situazione non facile, almeno per quanto riguarda il mercato italiano. Ma quali sono le cause di questo rialzo dei prezzi delle ricariche?
Incremento molto forte per le ricariche, i motivi
Secondo l’esperienza di molti diretti interessati a crescere sono le tariffe con l’eliminazione del fisso corrispondente a un numero prestabilito di kWh. Tariffe del genere garantivano la possibilità di programmare la spesa con i vantaggi per i consumatori che si possono immaginare.
A sostituire questo sistema, una serie di sconti sulla base di una quota mensile, comunque meno vantaggiosi e con molti chilometri da percorrere per recuperare la quota spesa al mese. Nelle Eni Station i prezzi hanno raggiunto i 0,90 euro al kWh. La conseguenza è che molti preferiscono usare la ricarica casalinga o quella offerta a livello lavorativo, se presente.
Altrimenti ci sono le Supercharge della Tesla con prezzi molto più bassi e potenze più elevate. Il problema resta quello della diffusione di queste stazioni di ricarica. Il tema della ricarica è stato affrontato anche nella fiera del settore ricarica E-Charge, che si è svolta recentemente a Bologna. Tra gli addetti lavori sono emersi 2 diverse posizioni sugli ultimi rincari.
Da una parte c’è chi giustifica i rincari considerando gli investimenti fin qui effettuati e che non hanno ottenuto le risposte desiderate. Gli aumenti non coprono quanto speso finora e il tasso di occupazione delle colonnine rimane sotto le attese del mercato. Gli incassi restano quindi troppo bassi e questo spiega la crescita dei prezzi.
Per altri gli aumenti derivano da una scarsa simpatia politica verso la mobilità elettrica, con spinte verso i maggiori operatori del settore (Enel ed Eni Be Charge) a mantenere prezzi elevati. Inoltre viene rimproverata un’installazione casuale delle colonnine, con una dislocazione geografica degli impianti del tutto incoerente e non rispondente alle reali esigenze delle vetture elettriche.
Si affacciano quindi questioni politiche che dimostrano le difficoltà del settore in Italia e la distanza ancora lunga da percorrere prima di un cambio più profondo nella mobilità su ruote.