Le batterie sono una componente imprescindibile per le auto elettriche, ma purtroppo presentano alcuni problemi ecologici. Ecco la clamorosa soluzione.
Che i mezzi elettrici siano più vantaggiosi rispetto a quelli benzina o diesel, sul fronte ecologico, non dovrebbe essere una sorpresa. Nonostante ciò, esiste chi ancora ha delle remore nell’acquistarli, specialmente nel nostro paese, e anzi arriva a criticare queste vetture proprio per un problema di impatto ambientale. Il tema riguarda quello delle batterie, una componente fondamentale di questo tipo di veicoli, ma tutt’altro che semplice da smaltire.
È chiaro che, proprio come per tutte le altre automobili, anche quelle elettriche richiedono manutenzione e, col tempo, si usurano. La batteria di un’auto a zero emissioni non ha una durata prestabilita, ma diciamo che in media è compresa tra 300.000 e 450.000 km. Nello specifico, vari studi stimano che una batteria elettrica perde circa il 10% della sua capacità ogni 500 cicli di ricarica. Numeri tutto sommato buoni, e che andranno certamente a migliorare col tempo grazie allo sviluppo tecnologico.
Resta però l’indiscutibile problema dello smaltimento di questi componenti, una volta consumati del tutto e sostituiti con quelli nuovi. Per via dei materiali che le compongono, le batterie possono essere infatti molto inquinanti, e per questo una volta esaurite vanno portate in centri specializzati. Tuttavia, sebbene questo serva a contenere gli effetti più negativi del loro impatto ambientale, non li riduce del tutto. Questo può ovviamente essere un problema, per chi si rivolge all’elettrico per una questione di sensibilità ecologica.
Per fortuna, anche su questo fronte la ricerca e la sperimentazione stanno muovendosi per trovare una soluzione ancora più ottimale, in grado di ridurre ancora di più i rischi d’inquinamento. La soluzione potenziale più interessante, al momento, arriva dalla Scozia, dove i ricercatori dell’Università di Edimburgo stanno studiando un nuovo metodo. La loro idea è quella di utilizzare dei batteri bioingegnerizzati, e attualmente stanno effettuando i test sulla batteria di una Nissan Leaf.
La batteria va trattata in un liquame in cui sono presenti questi batteri, che sono in grado di espellere il contenuto metallico del componente sotto forma di limo. Da questo è possibile ricavare cobalto, manganese, nichel e litio, che una volta isolati possono essere impiegati per nuovi scopi. Di fatto, questa soluzione renderebbe le batterie delle auto elettriche estremamente utili in fase di riciclo, compiendo un vero e proprio balzo ecologico nel loro smaltimento.
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