Basta un semplice trucco per poter far tornare la batteria scarica come nuova. Tutti dovrebbero conoscerlo per non rimanere a piedi
La domanda sorge spontanea non appena si acquista un’auto elettrica, ma anche chi ne ha una termica vive e/o ha vissuto situazioni di questo tipo. Può sembrare una cosa semplice parlare di questo tema, eppure la casistica è divenuta talmente estesa che occorre soffermarci su alcuni punti chiave.
Anzitutto, va fatto un distinguo fra i due tipi di auto presenti al mondo in questo momento, ricordando che nel futuro più immediato la maggior parte delle persone passeranno ai mezzi di trasporto alimentati esclusivamente dalla batteria elettrica. Questo tipo di veicoli posseggono, per lo più, due tipi di batterie, ovvero uno capace di poter alimentare il motore, mentre l’altro è secondario da 12 Volt e alimenta le luci, i computer, il cruscotto, le serrature e, soprattutto, il pulsante d’avviamento.
La batteria da 12 volt è anche quella che viene utilizzata da parte delle auto con motore endotermico ed è pure in quel caso secondaria. In entrambe le situazioni, questo tipo di elemento è determinante per poter avviare il mezzo e se si scaricasse allora non partirebbe affatto. La cosa migliore da fare in questi casi, ovviamente, è quella di chiamare un carro attrezzi in grado di poter trainare il veicolo in un posto adatto alla ricarica, ma c’è un’alternativa a tutto ciò.
Come risolvere il problema autonomamente
Entrambe le batterie da 12 volt possono esser caricate nella stessa maniera, ovvero tramite un booster che, di solito, possiede chi lavora in un’officina meccanica. Anche tanti privati, però, ne posseggono uno, proprio capace di poter essere utilizzato nel caso in cui vi fosse un’emergenza. Inoltre, come molti ben sapranno, esistono anche dei cavetti in grado di poter passare l’energia da una batteria carica a un’altra scarica.
Questi dispositivi consentono, quindi, di utilizzare un altro veicolo da cui poter accingere per poter accendere l’auto in panne e ricaricare la batteria da 12 volt. In quest’ultimo caso, però, è necessario percorrere per lo meno una trentina di chilometri per poter far sì che si ricarichi autonomamente. Il tutto, però, varia in base al mezzo di trasporto, all’usura della batteria e ai componenti tecnologici del veicolo, più moderni o con anni alle spalle.
Inoltre, vi è da ricordare che le auto elettriche sono talmente delicate che la cosa migliore da fare, nel caso in cui avvenisse una cosa del genere, sarebbe sempre quella di chiamare l’assistenza. Metodi non convenzionali sono da evitare, visto che si potrebbe rischiare di fare danno, anche se sarà molto difficile rimanere a secco di corrente. Infatti, dentro queste auto ultramoderne vi sono diversi dispositivi creati per far sì che il sistema avvisi il conducente, più volte e anche con invio di sms, del basso livello raggiunto.