Quando si riceve una multa è sempre un brutto colpo, ma c’è una buona notizia. Si può non pagarla. Ecco quando.
Dallo scorso aprile è cambiato. Almeno nelle grandi città le multe caracee sono state abolite. Se già da qualche tempo non si trovava più sul parabrezza il classico foglietto compilato dall’ausiliario che certificava l’avvenuta infrazione, ma veniva utilizzata una notifica con QR code, da qualche mese si apprende di essere stati sanzionati soltanto in maniera digitale.
Dunque non c’è scampo? In realtà sì, in ben tre situazioni si può ottenere la cancellazione e dunque essere dispensati dal pagamento.
Multe auto, cosa prevede la normativa
Quando si viene multati, prima di procedere a versare il dovuto, è buona cosa dare un’occhiata a tutti i dati presenti, che siano le proprie generalità a quelle del veicolo, oltre all’ora e al giorno dell’evento, all’articolo del Codice della Strada violato, un breve riassunto dell’accaduto e la conseguente somma da pagare, nonché i termini da rispettare.
La comunicazione deve essere quanto più possibile completa, ciò significa che non devono mancare la segnalazione di eventuali sanzioni accessorie, l’ufficio presso il quale si dovrà effettuare la transazione, le autorità a cui appellarsi per fare ricorso e ovviamente l’identificativo con firma dell’accertatore.
Chiarito cosa deve essere indicato su una multa perché questa sia valida, vediamo quando si può fare ricorso. Basta che solo uno degli elementi che abbiamo elencato sia assente per rendere nulla la sanzione.
Qualora ci si rendesse conto che qualcosa non va le strade da seguire sono diverse. Ad esempio si può richiedere direttamente all’accertatore l’annullamento tramite raccomandata con ricevuta di ritorno. Oppure ci si può rivolgere al Prefetto o al Giudice di Pace.
Se l’infrazione riguarda il divieto di sosta, a quello che abbiamo detto si aggiungono i “vizi di sostanza”, come il cartello per qualsiasi ragione non perfettamente visibile, piuttosto che la notifica all’ex proprietario del mezzo se quello è di seconda mano.
In caso ci si voglia riferire direttamente al Prefetto, percorso ideale proprio per quest’ultimo punto spiegato, si hanno 60 giorni di tempo, per inviare il modello di ricorso, tramite raccomandata o PEC. Dopodiché bisognerà attendere un massimo di 180 giorni per sapere se questo è stato accolto o rigettato.
Per quanto concerne il Giudice di Pace, qui i tempi sono più brevi essendo nell’ordine dei 30 giorni dalla notifica. Si può spedire il formulario in formato cartaceo via raccomandata, oppure digitale collegandosi al sito gdp.giustizia.it. Nel caso la sentenza fosse sfavorevole ci si potrà appellare in tribunale.
Veniamo infine ai costi. Optando per l’autotutela, quindi quando si scrive direttamente alla polizia locale o all’ente che ha emesso la multa, non è necessario tirare fuori un euro, non essendo nemmeno prevista l’assistenza legale. Lo stesso vale per il Prefetto. Diverso invece, è il discorso per il Giudice di Pace. Il contributo unificato comporta una spesa di 43 euro, motivo per cui bisogna valutare attentamente se procedere. Non va poi dimenticato che se la sanzione è superiore ai 1100 euro, all’importo vanno sommati altri 27 euro per il bollo.