Il futuro dell’automotive è elettrico, ma la brutta notizia è che non sono poi così affidabili. Il risultato di uno studio non lascia dubbi.
Ormai è deciso. A partire dal 2035 sulle strade europee potranno circolare quasi esclusivamente vetture alimentate a batteria. Malgrado i numeri delle vendite stiano crescendo, c’è ancora molto scetticismo attorno all’argomento. A questo proposito, un recente studio americano ha fatto emergere ulteriori dubbi.
Sebbene queste incontrino le esigenze relative all’abbattimento delle emissioni nocive, non sarebbero poi così affidabili. A sostenerlo è la rivista a stelle e strisce Consumer Reports, specializzata nella tutela dei consumatori, dopo aver analizzato i dati emersi da un’indagine condotta in tutti e cinquanta gli Stati che compongono l’America.
Auto elettriche inaffidabili, mito o realtà?
Una delle paure che attanaglia gli automobilisti e li allontana dall’acquisto degli EV è quella di rimanere senza carica, magari nel bel mezzo del nulla. Come noto, al momento del rilascio di un nuovo modello a spina i costruttori rendono nota l’autonomia, ovvero il chilometraggio che può essere compiuto prima di doversi fermare per il rabbocco di energia.
Ebbene, stando quanto si apprende dal report, la maggior parte delle auto analizzate ha deluso. Cosa significa questo? Essenzialmente che soltanto pochissime hanno dimostrato di avere nelle corde la resistenza dichiarata. Questo chiaramente mette in difficoltà l’utente e fa sì che questi sia sempre nell’ansia di rimanere a secco all’improvviso.
Guardando poi nello specifico al parco macchine degli abitanti dello Stivale, molte di esse hanno una certa anzianità e i loro proprietari, da quanto si può apprendere, non hanno particolare interesse ad aggiornarsi, magari passando al full electric. Qui le ragioni sono diverse: il costo elevato di queste ultime e la sensazione di maggiore affidabilità delle endotermiche.
Nello specifico del report statunitense, è emerso che dei 330mila casi presi in esame, giusto una manciata si è proclamata disponibile a cambiare mezzo di trasporto, tentando la strada dell’elettrico.
L’inchiesta, che viene svolta annualmente, si è quindi concentrata sul tipo di problemi riscontrati, quindi dal motore, alla tecnologia, dalla vernice, alla trasmissione, per finire alla batteria. Nel calderone, sono state inserite anche le ibride e le termiche, e i numeri che sono usciti fuori non hanno certo giocato a favore di quelle al 100% verdi. Anzi, sono a dir poco allarmanti.
In pratica gli EV accuserebbero il 79% di cedimenti in più rispetto alle auto fornite del classico propulsore a combustione interna.
Non essendo nell’interesse dei produttori e delle autorità parlare male di quello che volenti o nolenti sarà il nostro futuro, la colpa è stata attribuita alla gioventù della tecnologia e alle aziende che si occupano della loro costruzione, perlopiù non abitate a questo genere di sistema.
E se l’elettrico puro pare fare flop, non lo stesso si può dire dell’ibrido, molto apprezzato dal pubblico, che ha ravvisato il 26% di problematiche in meno rispetto alle automobili normali. Al contrario le plug-in hanno segnato addirittura il 146% in più di guai se comparate con un modello a benzina o diesel.
Se dovessimo stilare una classifica del marchi più apprezzati in termini di affidabilità dovremmo dire: Lexus, Toyota, Mini, Acura, Honda, Subaru, Mazda, Porsche, BMW e KIA. Molto bene anche Tesla, mentre incredibilmente non rientrano nella sufficienza Mercedes, Rivian, Volkswagen, Jeep e Volvo e Chrysler.