Piove ancora sul bagnato, Elon Musk non cede ed in Europa sta succedendo il caos, situazione al limite.
È proprio vero che piove sempre sul bagnato, o per lo meno tale detto non potrebbe essere più azzeccato nel caso di Tesla, al centro di bufere che colpiscono da diversi fronti nell’ultimo periodo.
Il genio di Elon Musk è messo a dura prova in questo momento particolare in cui sono tanti i venti a soffiare contro la sua azienda. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un calo significativo delle vendite, al conseguente crollo delle azioni con perdite che hanno superato i 10 miliardi di dollari, poi vi è stato qualche dissapore interno venuto fuori per la scelta dello stesso Musk di puntare tanto, forse troppo, sul suo Cybertruck tralasciando magari lo sviluppo di modelli più remunerativi e, come se tutto quanto detto prima fosse poco, anche una causa legale all’orizzonte spinta da molti clienti insoddisfatti dell’assistente di guida dei veicoli, colpevole di aver riportato alert sbagliati e di aver fatto salire il premio assicurativo. Adesso le questioni che colpiscono il colosso sono però altre, e vengono direttamente dai dipendenti!
Elon Musk continua a dire no ai sindacati, lavoratori in sciopero in Svezia, produzione ferma!
Elon Musk è sicuramente un visionario da ammirare e molti dei suoi traguardi, anzi tutti, sono certamente figli della sua caparbietà. Una dote che non apprezzano però così a fondo i suoi dipendenti svedesi, visto che Musk resta irremovibile su una questione a loro cara.
La richiesta dei 130 lavoratori in sciopero in 7 filiali svedesi di Tesla chiedono che venga siglato un accordo sindacale, questione che al capo della multinazionale non va particolarmente a genio, ma il rischio attuale è che la protesta si allarghi a macchia d’olio. La questione pare si stia infatti allargando e la causa di Tesla alla Svezia ha portato alla risposta dell’agenzia dei trasporti svedese che si era rifiutata di consegnare le targhe per i veicoli del brand statunitense.
Un’escalation negativa che non ci voleva, per lo meno non in questo momento, e che potrebbe piegare la volontà ferrea dell’imprenditore, soprattutto se anche altre nazioni si mettessero di traverso, così come pare stia già accadendo in Danimarca con la minaccia dello stato di chiudere i porti e bloccare addirittura le consegne. Questo sarebbe un colpo basso visto che, chiudendo i porti, i mercati europei sarebbero raggiungibili solo via terra, e questo diverrebbe un ostacolo forse troppo grande da sormontare.