Le auto elettriche hanno bisogno di una svolta totale. In Italia non sono ancora diffuse per motivi concreti e seri. Ecco cosa potrebbe accadere dal prossimo anno.
No ecobonus, no party. Il mondo dell’auto sta attraversando la più grande trasformazione del secolo in un periodo di crisi nera. In questa ottica il settore si sta evolvendo a due velocità. C’è una parte di mondo che ha abbracciato la tecnologia alla spina con convinzione, rinnovando il parco auto e investendo soldi importanti nella creazione di una rete infrastrutturale.
C’è poi una seconda fetta di mercato che non desidera le EV e parte con un naturale scetticismo. Le notizie relative alla possibilità di ritrovarsi un valore più che dimezzato sul mercato dell’usato, a causa del crollo verticale del prezzo, ha bloccato anche il più ottimista progressista. Il problema principale è collegato all’usura delle batterie a ioni di litio. Come le pile nei telecomandi anche i pacchi batteria presente sulle auto elettriche hanno una durata specifica.
La sostituzione comporta un esborso pazzesco. Sarebbe come comprare in alcuni casi una utilitaria termica nuova di zecca. Con la tecnologia attuale le EV sembrano ideali per brevi spostamenti in città e per coloro che hanno una seconda macchina non elettrica nel garage. Per di più le sensazioni di guida non sono ancora paragonabili a quelle di un’auto con motori a combustione. L’handling è pessimo, specialmente per alcuni segmenti, perché le batterie sono pesanti e presuppongono una distribuzione dei pesi deficitaria.
Per questo motivo si sta lavorando su batterie innovative che possano presentare anche una maggiore autonomia, oltre ad un peso ridotto. Specialmente in alcuni segmenti sarebbe la svolta. La Ferrari, regina delle supercar più innovativa, si è presa un grande rischio nell’annunciare la produzione della prima sportiva full electric della sua storia che arriverà nel 2025. L’industria si sta evolvendo, nonostante il ritardo sulle vendite alle nostre latitudini.
Batterie, novità in arrivo
La soluzione a tutti i problemi potrebbe essere rappresentato dal battery swapping. Stellantis avrebbe stretto un accordo vincolante con Ample per una collaborazione sulla tecnologia di ricarica delle EV. L’obiettivo è abbattere i tempi tecnici di ricarica, chiudendo il ciclo in appena 5 minuti. Superfluo aggiungere che si tratterebbe di una novità che andrebbe a sconvolgere il mercato.
FIAT ha già la palma, con la 500 full electric, di primatista di vendite in Italia. Nel 2024, a Madrid, su una flotta di 100 unità di Fiat 500e, nell’ambito del servizio di car sharing Free2move di Stellantis, sarà lanciato questo progetto pilota. La collaborazione tra le aziende proseguirà nella creazione di uno scambio di informazioni per l’applicazione della tecnologia di scambio delle batterie modulari di Ample su altre aeree geografiche.
La soluzione Modular Battery Swapping di Ample offrirà ai clienti una maggiore efficienza energetica, performance migliori, togliendo anche l’ansia di ricarica. Le batterie modulari di Ample possono essere utilizzate in qualsiasi EV e consentirebbero a Stellantis di integrare questa tecnologia. I tempi poi di realizzazione sono piuttosto rapidi. L’installazione in zone pubbliche richiede solo 3 giorni. Dal 2024 quindi la musica cambierà con l’obiettivo di rendere effettiva una rivoluzione che in altri Paesi è già iniziata con largo anticipo, aspettando di valutare gli effetti della dead line del 2035.