Una rivoluzione non da poco a cui i cittadini si abitueranno presto: ecco la città italiana che vanterà un numero bassissimo di emissioni.
Si va sempre di più verso un futuro a bassissimo impatto ambientale e per forza di cose. L’uomo è stato in grado di generare nuovi meccanismi per quanto riguarda l’energia da usare in diversi campi, ma si è anche reso conto che con quelli effettivamente ancora in uso oggi ha anche rovinato il pianeta in cui vive. Un po’ in ritardo quindi, arrivano man mano segnali di miglioramento e questi non riguardano solo i mezzi di locomozione.
Le novità per quanto riguarda le batterie del futuro infatti, non appartengono solo a quelle usate per le vetture, anche se nell’immaginario collettivo sono quelle più usate. Le batterie e l’energia da generare anche in altri ambiti, stanno man mano evolvendosi e proprio una città italiana adesso ha trovato il modo per diventare un vero e proprio esempio per tutte le altre. Vediamo dove e soprattutto in che modo.
Ha sconvolto tutto: niente emissioni in città
Un esempio non solo per l’Italia è da oggi, Imola. Qui, sono sistemati i cappelletti e il primo impianto di cogenerazione (CHP) a fuel cell europeo. Un interessante articolo uscito da poco su La Repubblica, ha spiegato l’importanza di queste innovazioni attraverso la voce del presidente del Cefla, Gianmaria Balducci. Il suo macchinario chiamato Nova è in grado di disegnare una traiettoria che va dalla cosiddetta fuel cell, ovvero la prima cella, realizzata con combustione ad idrogeno, fino ad arrivare alla tecnologia che viene usata nel programma spaziale Gemini.
Si tratta cioè di una tecnologia in grado di trasformare CO2 in ossigeno per le missioni Nasa su Marte. La nascita di questi progetti si deve ad un’impresa statunitense di cui avrete sicuramente sentito parlare, la Bloom Energy, ma la cella di combustibile oggi viene utilizzata proprio in Italia come impianto per la produzione di energia elettrica e calore a zero emissioni. E proprio ad Imola.
Il progetto Nova ha preso piede solo nello scorso ottobre ed è strettamente legato alla Bloom Energy ed a 300 brevetti circa che hanno reso possibile la realizzazione di una tecnologia che presto potrà essere usata da qualsiasi impresa.
Balducci ha spiegato in che modo tutto questo è realizzabile: “Sfruttando il metano della rete di distribuzione produce energia senza un processo di combustione. Inoltre a parità di potenza, la tecnologia delle fuel cell rispetto alle fonti endotermiche (motori o turbine) assicura un’efficienza del 25% superiore”, è quanto si legge nell’intervista.
L’efficienza dei macchinari è prevista per una durata di cinque anni dopo la quale si va ad ottimizzare il tutto con un intervento di riabilitazione. Balducci, ha poi spiegato: “La cella che abbiamo installato qui produce 330 kilowatt in modalità molto costante grazie a un collegamento alla rete di distribuzione. Soddisfa totalmente i nostri consumi notturni, ma se dovessimo individuare un’impresa comunque la richiesta minima dovrebbe essere di 300 kW”.