Anche l’Italia produrrà energia a zero emissioni. La base sarà, un po’ a sorpresa, in una zona cardine del motorismo tricolore.
Mentre l’Europa si sta dirigendo a passo svelto verso il 2035 e la conversione all’elettrico, tecnologia scelta dai potenti per abbattere l’inquinamento prodotto dai veicoli, c’è chi sta continuando a studiare strade alternative.
Il punto debole degli EV è sicuramente il costo di realizzazione, tanto quanto quello che ricade sull’utente finale e anche se l’opzione che in molti stanno prendendo al vaglio non è meno onerosa, viene valutata come meno problematica, se non altro per lo smaltimento. Il grosso interrogativo che riguarda le voluminose batterie che alimentano le vetture è infatti che fine faranno una volta arrivate al termine del loro ciclo di vita. Con l’idrogeno invece, questa domanda non si pone.
L’Italia punta tutto sull’idrogeno, la novità che non ti aspetti
Grande sostenitrice di questo percorso alternativo verso la riduzione drastica dell’inquinamento è la Germania e lo Stivale ha deciso di seguire a ruota, tanto che lo scorso 12 dicembre ha siglato un accordo storico. Nella fattispecie Modena ha dato vita ad una propria Hydrogen Valley con l’obiettivo di diventare un riferimento assoluto.
L’idea è quella di sfruttare l’energia solare che nel Bel Paese non manca mai per produrre idrogeno. Addirittura si parla si 400 tonnellate annuali. Il polo è stato finanziato con i fondi del PNRR per un totale di 19,5 milioni di euro e sarà attivo a partire dal 2026.
L’investimento comprende la creazione di un parco fotovoltaico da 6 mW, che andrà ad alimentare un elettrolizzatore, collocato nell’area di quella che un tempo era stata una discarica, ora sottoposta a bonifica. Qui, tramite l’elettrolisi l’idrogeno verrà separato dall’ossigeno. Ma cosa succederà nei giorni in cui manca il sole? Semplice, il sistema si approvvigionerà con l’energia accumulata in una batteria. La struttura sarà un esempio di economia circolare e transizione energetica, nel rispetto dei dettami comunitari circa il rilascio di gas serra.
Grazie agli attuali incentivi il costo dell’idrogeno è di 10 euro al kg, tuttavia se venissero forniti dei contributi anche per i costi operativi, la cifra potrebbe scendere a 5 euro al kg.
L’intenzione è quella di adottare, nel breve periodo, tale metodologia di alimentazione sia nell’industria del terziario, sia nel trasporto pubblico. In questo senso la SETA, Società Emiliana Trasporti Autofiloviari, ha già avviato la procedura d’acquisto di dodici bus spinti da questa sostanza non inquinante. Così facendo potranno essere risparmiate 737 tonnellate di CO2 e sarà possibile coprire un ampio chilometraggio, parliamo di 660mila km garantiti.
Le Province interessate al progetto in fase embrionale sono Modena, ma altresì Ferrara e Bologna. Entro fine dell’anno venturo verrà anche costruita una maxi stazione di rifornimento nella zona di Strada Sant’Anna.
Al momento non è dato sapersi se e quando il programma verrà esteso alle altri parti d’Italia per quanto concerne l’uso su pullman e autobus. Sembra comunque scontato che per l’applicazione alle automobili si debba attendere ancora un bel po’.