L’automobile elettrica fa sempre discutere non poco, questa volta ne parleremo per un fatto che in pochi hanno davvero notato finora.
Le automobili elettriche non sono ancora arrivate al loro culmine tecnologico e automobilistico. Di difetti da monitorare ce ne sono ancora un po’, e di evidenze da sottolineare altrettante.
I prezzi spesso purtroppo sono esacerbati, e questo vale un po’ per tutti i Paesi che hanno aderito già da tempo alla vendita delle macchine a zero impatto ambientale.
Tuttavia, per quanto riguarda il futuro dell’automobilismo mondiale, non sembrano esserci molti dubbi; la strada infatti è stata tracciata da tempo, e porta diretta verso la transizione elettrica nel 2035 in UE e in molti Stati USA.
Detto questo, è interessante notare e far considerare a tutti quanti una statistica legata alle vetture a zero emissioni. Impossiible ignorare un dato del genere. Detto questo, approfondiamo la questione per intero.
L’unione italiana delle case auto estere UNRAE e lo studio della società di consulenza Jato Dybnamics, hanno elaborato una statistica che ci permette di capire meglio chi compra – o non compra – le automobili elettriche in Italia. La prima cosa da dire, anche se francamente non è una novità sorprendente dell’ultimo minuto, è che il prezzo medio di questi mezzi di trasporto, nel nostro Paese, è davvero impressionante: di poco inferiore ai 70.000 euro.
E’ di oltre 2 volte superiore al reddito medio annuo lordo di un cittadino italiano. Ciò spiega anche il basso numero di vetture elettriche sulla penisola (poco più di 158.000 auto). Nei primi 10 mesi del 2023, le EV vendute sono state solo il 3,9% (comunque in crescita rispetto all’anno scorso). Per capire quanto poco sia, ecco le vendite di vetture elettriche in altri Stati europei: Grecia (4,6%), Spagna (5%), Romania (10,6%) e Portogallo (17%). E gli acquisti di vetture elettriche cosa ci dicono?
Che, fra gennaio e giugno scorso, il 57,2% è derivato dall’omologazione Euro 6 obbligatoria. Il 27,8% proviene da un Euro 6b, il 3,5 da un Euro 6c, il 25,9 da un euro 6d e il 14,2 deriva da un’altra elettrica. Solo il 6,5% proviene da omologazioni che vanno da Euro 0 ad Euro 4. Insomma, non è propriamente necessario un esperto per capire e comprendere a pieno che qualcosa a tutti gli effetti non va come dovrebbe dalle nostre parti. Il che, considerando che a partire dal 2035 molte cose cambiernano in tal senso, è tutt’altro che positivo. Vedremo se qualcosa svolterà nei prossimi mesi e anni.
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