Alla scoperta delle pubblicità di modelli automobilistici che hanno fatto maggiormente scalpore o che hanno creato dissenso pubblico.
Una delle cose più importanti per qualsiasi azienda o società che vuole avere successo e vendere i propri prodotti è sicuramente l’area marketing. Ovvero riuscire a farsi un buon nome all’interno del mercato, in una maniera accattivante ed intrigante.
Per questo esistono le pubblicità, che possono essere confezionate in materia di spot televisivi, di cartelloni pubblici in giro per le strade o anche in ambito social. Non fanno eccezione le case automobilistiche, che sfornano ciclicamente messaggi pubblicitari per mettere in mostra i nuovi modelli auto in uscita.
Un lavoro importante e molto determinante quello del settore marketing e pubblicità di queste aziende, chiamato a trovare le modalità più affascinanti per farsi spazio tra la concorrenza motoristica. Ma non sempre le intuizioni di pubblicitari e copywriter hanno colto nel segno, bensì sono state considerate eccessive e di cattivo gusto.
Ecco dunque una carrellata di spot per automobili che sono rimasti nella storia, ma non certo in senso positivo e brillante.
Cattivo gusto e sessismo: questi gli spot per auto più discussi di sempre
Ironizzare sulla vita quotidiana, spingendosi quasi al limite del buon costume. Questo è quanto fatto a volte dai pubblicitari per sponsorizzare nuovi modelli auto a livello pubblico. Come accaduto ad inizio anni 2000 alla Skoda: il marchio ceco pubblicò sui giornali un parallelismo tra il matrimonio e la scelta della nuova auto, che non andò a genio a molti.
In primo piano un’immagine di una sposa pensierosa e tre opzioni per lei: “Non sarebbe bello avere queste opzioni? A – tienitelo; B – Ridallo a sua mamma; C – Scambialo con un modello più giovane“. Chiaro riferimento al nuovo modello di Skoda.
Di cattivo gusto la reclame televisiva di Hyundai del 2014, che mise in primo piano la depressione ed il suicidio per pubblicizzare il nuovo modello con emissioni ibride, cercando (senza grosso successo) di mettere alla berlina la depressione umana.
Ancora peggio fu il reparto indiano della Ford, che pubblicò un manifesto in stile cartoni animati che vedeva l’ex premier italiano Silvio Berlusconi alla guida dell’auto, mente nel bagagliaio erano ritratte tre procaci ragazze imbavagliate. Ironia sul “caso Ruby” che fece tanto discutere, ma la Ford non prese bene la trovata dei responsabili, licenziandoli di botto.
Infine tanto scalpore fece l’esagerato black humor scelto dai pubblicitari Volkswagen, che per mettere in risalto la sicurezza e la solidità della nuova Polo crearono la scena di un kamikaze che si fa esplodere all’interno dell’auto in centro città, ma senza successo. Volkswagen minacciò un’azione legale nei confronti degli autori dello spot, comunque mai riconosciuto ufficialmente dalla casa.